Vita Indipendente

La Vita Indipendente è un diritto sancito all’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, adottata dal Parlamento Italiano con legge n. 18 del 3 marzo 2009, al fine di promuovere la deistituzionalizzazione dei servizi a chi ne ha bisogno, il diritto all’autonomia e l’abbattimento di qualsiasi tipo di barriera architettonica o sociale, applicando l’articolo 3 della Costituzione Italiana.
Significa combinare i vari aspetti ambientali ed individuali che consentano alle persone disabili di avere il controllo della propria vita, come per esempio, avere l’opportunità̀ di scegliere dove vivere, con chi e come.
Ciascuna persona con disabilità deve essere, individualmente, ascoltata, affinché ottenga eventuali ausili, strumenti e risorse che ne permettano la maggiore autonomia e indipendenza possibili, superando le politiche assistenzialistiche, (dove le persone disabili hanno un ruolo passivo) per renderla soggetto attivo, integrato e risorsa essenziale per se stesso e per gli altri.
Per poter attuare la vita indipendente, necessita intraprendere  politiche per rendere tutti i servizi (la casa, l’istruzione, i trasporti, la sanità, gli esercizi commerciali, i cinema, i teatri, …) disponibili ed accessibili per le persone con disabilità, in ambienti ordinari per avere l’opportunità̀ di vivere come cittadini uguali agli altri.
Inoltre, necessita eliminare i servizi speciali, come gli istituti residenziali, le scuole speciali, gli ospedali di cura a lunga degenza, i trasporti speciali e cosi via.
Vita Indipendente, significa diritto ad assegnazioni di contributi economici destinati alle persone disabili, per pagarsi l’assistenza necessaria, cioè, si deve garantire a loro il diritto di assumere, formare e gestire i propri assistenti scegliendo il tipo di assunzione che soddisfa meglio i suoi bisogni personali.
La ricerca degli assistenti, potrà essere fatta in completa autonomia o attraverso soggetti intermediari, che aiutano la persona con disabilità ad individuarli e che rispondano alle caratteristiche richieste.
Questo aspetto, talvolta, viene fortemente osteggiato da persone abili e normodotate, seguendo una matrice “ideologica”, per cui, secondo la tradizione cattolica tanto dura a morire in Italia, il disabile è un malato di cui farsi carico con misericordia; un’altra puramente venale, poiché erogando fondi direttamente e saltando cosi la mediazione di terzi, si priva di un ingente fonte di reddito il sistema delle cooperative sociali.
Di solito, ci si oppone con l’alibi dei diritti dei lavoratori, spesso utilizzando lo sgradevolissimo termine “badantato” per sottolineare come siano troppo spesso terribili e infami, e davvero lo sono, le condizioni di lavoro di tante persone, spesso straniere, che si prendono cura delle persone non autosufficienti.
L’obiezione non ha alcun senso, perché erogare direttamente alla persona disabile, e/o alla sua famiglia, i fondi di cui ha bisogno per gestire la propria assistenza, significa certamente mettersi al pari del resto dei sistemi europei, riconoscendo il lavoro usurante ed alienante dei “care giver” e il diritto all’autodeterminazione dei cittadini e delle cittadine disabili secondo le loro necessità.
Inoltre significa anche che gli Enti Locali, insieme agli organi sindacali, possono stabilire contratti, imporre stipendi minimi, valutare carichi e orari di lavoro massimi, combattere il lavoro nero, avere maggiori strumenti per bilanciare diritti e doveri, risparmiare sui servizi sanitari migliorando le condizioni di vita nella società dei disabili e dei loro operatori.

A tal proposito sarebbe auspicabile conoscere l’opinione riguardo ai contenuti di questo articolo da parte  di quelle persone con disabilità del nosto territorio che hanno usufruito ed usufruiscono dei PRO.V.I. (Progetti di Vita Indipendente). Pertanto, attendiamo un vostro segnale, inserendo un commento in calce al presente articolo o inviandoci una mail a controlebarriereavdi@gmail.com .

Se ritenete opportuno approfondire questo argomento e, nel caso, organizzare azioni conseguenziali,  siete invitati a partecipare venerdì 16 febbraio dalle ore 17.30 alle 19:30, ad uno degli incontri che, ogni venerdì organizza il gruppo cittadino, denominato TARANTO SENZA BARRIERE, presso la sede l’Associazione “Contro le Barriere” a Taranto in Via Cugini 39/40, per organizzare attività ed eventi di sensibilizzazione,  non solo sulle problematiche dei cittadini con disabilità, ma, anche di quelle delle persone che vivono in condizione di disagio sociale ed economico, al fine di raggiungere risultati concreti.

Per maggiori informazione telefonare al 340 50 688 73

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