Tutti al mare! Le spiagge davvero accessibili anche alle persone disabili

Sedie mobili per l’ingresso in acqua in autonomia, passerelle che facilitano la mobilità alle persone in carrozzina, mappe tattili per non vedenti, aree giochi per bambini con difficoltà sensoriali e cognitive.

Sono alcune delle attrezzature e delle soluzioni descritte nella storia di copertina di “Nuova Ecologia” di giugno dal titolo “Tutti al mare”, un viaggio nell’Italia delle spiagge davvero accessibili alle persone disabili. Stabilimenti dove oltre alla fruibilità, ottenuta con il semplice rispetto delle norme, è l’inclusività che rende normale la giornata del disabile.

Senza togliere ai gestori l’opportunità di fare legittimo profitto. Anzi, gli stabilimenti che scelgono di mettere al centro l’accessibilità fanno il pienone tutta l’estate, perché attrezzare una struttura alle necessità di tutti è un’occasione per migliorare qualità e competitività dell’azienda.

E chiunque può farlo seguendo un vademecum per rendere fruibile a tutti la propria spiaggia. I numeri parlano chiaro: lo stabilimento Valentino beach club di Catanzaro Lido, gestito dalla cooperativa sociale Zarapoti, già a maggio aveva il 70% di sdraie e ombrelloni prenotati fino a settembre. E quelli che hanno seguito i consigli di “Village for all V4”, il marchio di qualità internazionale dell’ospitalità accessibile, promosso da Roberto Vitali, registrano incrementi di fatturato del 20%. A “video-mappare” gli stabilimenti davvero accessibili è la Fondazione Serono (www.fondazioneserono.org) che tra Toscana, Lazio e Calabria ne ha censiti 16, il seguente video è il caso più emblematico.

Ancora troppo pochi, di fronte a 4 milioni di persone con disabilità e a un potenziale, compresi familiari e accompagnatori, di 10 milioni di clienti. Il mare in Italia, però, è spesso inaccessibile anche a chi non è disabile: su molti chilometri delle nostre coste farsi un bagno è un’utopia per via dei troppi varchi al mare negati, depuratori che inquinano, come dimostrano le recenti sanzioni dell’Unione europea (per 800 centri urbani privi di sistemi di depurazione adeguati), e delle scelte sbagliate che portano all’erosione. Su tutti il caso di Ostia, dove per ben sei chilometri del suo litorale ci sono ristoranti, resort con piscine, discoteche e locali che creano un vero e proprio “muro” che impedisce la vista del mare.

Vi preannunciamo, che a giorni pubblicheremo un articolo riportante il nostro progetto presentato nell’ambito dei Piani di zona 2018-2020.

1 commento

  1. HO UNA SORELLA DOWN NON MESSA BENE FISACAMENTE DI TESTA QUASI OK NON SBAVA però è su una carrozzina e ora si fa la pipi addosso le piace tantissimo l’acqua a Prato va in piscina con la fisioioterapista però non è immobile si destreggia bene e vorrei portarla al mare .

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