Roberto Valori, presidente della Federazione italiana nuoto paralimpico (Finp) http://www.finp.it/, alle imprese è abituato, in gara e non solo, come quando nel 1987 attraversò a nuoto lo Stretto di Messina. Conosce bene le difficoltà che una persona disabile incontra per andare al mare, ma, sa, anche, che basta poco per superarle, se c’è la volontà di farlo.
Cosa significa per un disabile l’accesso al mare?
L’acqua e quindi il mare è forse il luogo più “accogliente” per un disabile. Se ci pensiamo, da un punto di vista tecnico la spiaggia è al livello zero e costruire barriere architettoniche va contro questa naturale accessibilità. Un problema per chi usa la sedia a rotelle o ha difficoltà nella deambulazione è rappresentato dalla sabbia, così come lo è per una madre col passeggino. Basterebbero dei pianali o dei ponti. Un altro riguarda l’ingresso in acqua del disabile, che spesso ha difficoltà legate al fatto che necessità di essere portato in acqua. Se da un lato esistono sedie “speciali” per l’entrata in mare, dall’altro la nostra Federazione ha formato più di cinquecento istruttori che lavorano in spiagge convenzionate con noi, preparati su come prendere la persona, consentendogli autonomia laddove è possibile, scelta sempre preferibile.
Quanta attenzione c’è e com’è cambiata la percezione dei diritti di una persona disabile nel nostro Paese?
Stando alla mia esperienza, posso dire che le cose sono cambiate in meglio seppure il processo di civilizzazione ha bisogno del suo tempo. Negli anni la percezione della disabilità si è trasformata e fra tutto ciò che è stato fatto per orientare il cambiamento la cosa più efficace è stata l’introduzione delle Paralimpiadi. Le persone che non trattano direttamente con la disabilità hanno modificato la loro percezione, abbattendo barriere culturali. Lo sport è riuscito a trasformare in modo più veloce le percezioni. Non si vede più il disabile ma la persona che potenzialmente può diventare un campione. Fatica molto di più la burocrazia ad adeguarsi.
Quanto ancora c’è da lavorare?
La strada è lunga ma il lavoro sull’accessibilità porta i suoi frutti. Anche sul piano della formazione dei bagnini si stanno introducendo elementi che riguardano i disabili. Ci sono leggi contro le barriere architettoniche che vanno rispettate e poi serve la volontà e nel caso delle spiagge basta davvero poco. La Finp lavora per questo ma esistono altre realtà associative che non conosciamo e che operano su questo fronte. Sarebbe bello creare una rete unica con un progetto condiviso organizzato a livello nazionale.
A tal proposito vi chiediamo di fare un piccolo sforzo per arrivare a questo obiettivo solidale: